Giurista e teorico di dottrine politiche italiano. Conseguita la laurea in
Legge, prima ancora di dedicarsi all'insegnamento, pubblicò nel 1886 una
delle sue opere più importanti,
Sulla teorica dei governi e sul
governo parlamentare. In questo saggio l'autore espose la cosiddetta teoria
della classe politica e della classe dirigente, secondo la quale in ogni regime
politico chi detiene il potere rappresenta sempre una minoranza organizzata che,
proprio in virtù degli stretti vincoli tra i suoi membri, è in
grado di imporsi alla maggioranza priva di qualsiasi organizzazione e quindi di
ogni forza. Tale convinzione, attinta almeno parzialmente dal pensiero di
Saint-Simon e di Taine, fu approfondita poi nel volume
Elementi di scienza
politica (1896), nel quale
M. affermò che la classe dirigente
giustificava la propria funzione e il proprio potere elaborando adeguate formule
politiche, principi morali e legali in grado di organizzare, ma anche di
controllare, la vita di ogni gruppo umano governato.
M. asserì di
aver liberato, in tal modo, definitivamente la teoria politica dalla finzione
della sovranità popolare: anche in un regime democratico (l'ultima delle
organizzazioni politiche adottate dall'uomo nel corso della Storia, dopo la
città-Stato dell'antichità, lo Stato feudale e quello
burocratico), la classe politica è costituita comunque da una minoranza
che giunge al potere tramite mistificazioni e manipolazioni. A tali dottrine
M. rimase fedele anche nella vita politica quando, eletto deputato nel
1909, si oppose strenuamente alla riforma elettorale del 1912 che apriva le
porte della democrazia a vasti strati popolari, sostenendo che ciò
avrebbe significato l'inizio di un nuovo tipo di dittatura, quella della
"plebe".
M. fu professore di Diritto costituzionale presso le
università di Palermo, Torino e Roma e di Storia delle dottrine politiche
a Milano e Roma; mantenne la cattedra anche durante la dittatura fascista, a cui
di fatto non si oppose, e in tale periodo pubblicò l'ultimo suo libro, la
Storia delle dottrine politiche (1937). Fu membro del Consiglio Superiore
della Pubblica Istruzione nel 1906 e dal 1919 fu senatore del Regno d'Italia
(Palermo 1858 - Roma 1941).